mercoledì 31 agosto 2011

Re-civilize yourself - 'Sei afro? Ricivilizzati'. Web scatenato contro spot Nivea for Men

ROMA - Un giovane afroamericano, bella presenza e aspetto vincente, impugna la 'testa' di un uomo - un altro nero, ma con la pettinatura 'afro' - per lanciarla come una palla da bowling. Accanto alla foto, lo slogan fa il resto: ''Sembra che non te ne freghi niente. Ri-civilizzati!''. La trovata, infelice, ha travolto la casa di cosmetici tedesca 'Nivea' - la campagna e' destinata agli Usa per la linea 'Nivea for men' - scatenando un tormentone di reazioni su Twitter: la pubblicita' viene bollata all'unisono come ''razzista''.
La casa della popolarissima crema nel disco blu, tenta di correre ai ripari, annunciando il ritiro immediato dell'immagine, e chiedendo scusa. Ma il danno e' fatto. ''Insensibile e razzista'', si legge in uno dei moltissimi twit. Il primo blogger, citato dalla Cnn, e' Septembre Anderson, che scrive: ''Aggiungo Nivea all'elenco delle aziende che non avranno i miei soldi''.
''Razzismo sfacciato, mi lascia senza parole'', aggiunge 'Threadbared'; la foto che accompagna il nome, e' di due ragazze asiatiche. Perche' a infuriarsi, sul social network, non sono solo gli afroamericani. ''Ci dispiace molto che qualcuno sia stato offeso da questa pubblicita' destinata ad un pubblico specifico - scrive Nivea, ritornando sui suoi passi - Appena abbiamo realizzato che potesse essere equivocata l'abbiamo ritirata immediatamente''.
''Diversita' e pari opportunita' sono valori cruciali per Nivea - ha aggiunto la compagnia, precipitandosi a correggere il tiro con una dichiarazione all'insegna del politically correct -. Il brand rappresenta diversita' , tolleranza e pari opportunita'. Noi apprezziamo la differenza. La discriminazione diretta o indiretta deve essere bandita in ogni decisione, e da tutte le aree della nostra attivita'. Questo vale senza distinzione di sesso, eta', razza, colore della pelle, religione, ideologia, orientamento sessuale, o disabilita'. Ne' - continua la casa tedesca - dovrebbe avere alcun significato l'origine culturale, etnica, o nazionale e la convinzione politica o filosofica''. Per vedere se le scuse siano state sufficienti, la Cnn ha aperto un forum online rivolto ai lettori: 'Che ne pensate?'.

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http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/curiosita/2011/08/19/visualizza_new.html_753806173.html

mercoledì 22 giugno 2011

700 mila “nonni geek” fanno shopping online su Ebay

Gli anziani sono sempre più hi-tech. Lo rivela una ricerca interna del sito eBay.
Secondo i dati raccolti dal popolare sito di eCommerce i “nonni” ultrasessantenni che amano fare acquisti su internet in Italia sono quasi 700 mila, che risultano attivi sui portali di compravendita online.
I “nonni geek”, sono per la maggior parte uomini (71% contro il 29% di donne) e risiedono prevalentemente in Lombardia, Lazio e Toscana.
Il primato a livello regionale spetta alla Lombardia con oltre 96mila utenti registrati mentre quello delle città va invece alla capitale che può contare su più di 68mila utenti in là con l’età.
Ma cosa comprano gli ultrasessantenni su eBay? Un po’ di tutto, dall’abbigliamento agli attrezzi da giardinaggio, dagli oggetti da collezionismo alle cartoline alle piante e bonsai.
Ma, anche questo un po’ a sorpresa, gli oggetti più cercati dagli anziani sono quelli di tipo tecnologico, come gli accessori per i cellulari, che registrano un acquisto ogni 5 minuti.
Ma la generazione di ultra sessantenni non si limita solo ad acquistare: molti sono venditori professionali. Le categorie più gettonate sono ancora gli accessori per cellulari, con una vendita ogni 3 minuti, al secondo posto consumabili e cancelleria e al terzo posto l’abbigliamento da uomo, con t-shirt, felpe, maglioni e giacconi in cima alla lista dei prodotti più venduti.
Insomma, al contrario di quello che si può pensare l’eCommerce non è un mondo per soli giovani. La terza età è molto più all’avanguardia di quanto si possa pensare.
via www.adginforma.it


http://www.marketingjournal.it/700-mila-nonni-geek-shopping-online-ebay-2/

martedì 21 giugno 2011

Addio al .com? L’Icann apre ai nomi delle imprese

Rivoluzione per i Top Level Domain: le imprese potranno crearsi il proprio dominio. Si parte dal 12 gennaio 2012.
20 Giugno 2011
Con 13 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti, il board dell'Icann (Internet Corporation for Assigned Names) ha approvato a Singapore una vera  propria rivoluzione nel mondo del Web.
I top level domani (Tld) passeranno infatti dagli attuali 22 (i classici .com, .org, .edu e via dicendo, ai quali si devono aggiungere i suffissi nazionali come il .it), a un numero potenzialmente infinito perché potranno essere usati nomi immaginari, in qualsiasi lingua.
Si tratta di un cambiamento epocale e che trasformerà in modo in cui le organizzazioni hanno strutturato la propria presenza sul Web, visto che le aziende potranno crearsi il proprio dominio “.miaimpresa”.
La decisione di procedere con i nuovi TLD è stata costellata da anni di discussioni, dibattiti, delibere, accelerazioni e dietro-front. Basti pensare che il cosiddetto Applicant Guidebook, la guida che spiega come fare richiesta di nuovi domini, è passata attraverso 7 revisioni differenti, per tenere conto degli oltre 1.000 commenti e osservazioni.
Icann procederà una compagna di informazione globale per spiegare i dettagli e gli impatti sulle imprese. Le richieste per i nuovi nomi verranno accolte dal 12 gennaio 2012 al 12 aprile 2012.

http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,24_ART_142676,00.html

martedì 14 giugno 2011

Quale futuro per la Pubblicità mobile?

palmare, mobile, smartphone
Aumenta l’uso e la omni-presenza degli smartphone e forse sono maturi i tempi per un’ importante crescita della Pubblicità mobile! Una recente ricerca fatta in USA da Ipsos OTX MediaCT (commissionata da Google) rivela come, invece, l’uso degli smartphone stia cambiando in modo radicale. Il numero crescente di utenti di smartphone usa i dispositivi ovunque, in continua modalità “Multitasking”, fa ricerche locali e geotargetizzate che supportano una scelta di acquisto spesso immediata (subito per il 36% del campione) ed  offline! Forse i tempi sono maturi per il decollo della Pubblicità Mobile e per l’ottimizzazione del proprio sito per il mobile!
Ecco qualche maggiore dettaglio da questa ricerca fatta su 5013 persone (18-64), user di smartphone in USA .
Gli smartphone sono più radicati nella vita quotidiana, sia a casa che ovviamente in movimento
Diversi sono i luoghi in cui le persone utilizzano il proprio smartphone: il 93% a casa, l’87% camminando in strada (!!), il 77% nei negozi, il 73% al ristorante ed il 72% a lavoro.
Gli smartphone sono utilizzati in maniera simile al computer!! Ecco alcuni dei modi in cui gli utenti utilizzano i propri smartphone:
  • Per l’accesso ai motori di ricerca: 77%
  • Per l’utilizzo di applicazioni: 68%
  • Per guardare video 48%
L’utilizzo in modalità multi-tasking sta diventando uno standard
Mentre utilizza il proprio smartphone, la maggior parte delle persone solitamente fa qualcos’altro in contemporanea:
  • Guardare la TV: 33%
  • Navigare su internet 29%
  • Leggere un libr 16%
  • Leggere il giornale: 22%
  • Fare la coda: 59%
  • Socializzare: 40% (quante volte in un tavolo di un ristorante si vedono persone parlare ed alcuni guardare il proprio smart-phone?)

La funzione di Ricerca di informazioni Locali è molto importante e guida gli acquisti
In genere gli utenti che cercano sullo smartphone vogliono notizie e informazioni locali a supporto dello shopping e degli acquisti offline. Il 77% utilizza le ricerche locali per contattare un’azienda, il 44% per effettuare un acquisto.
In sintesi ci siamo tutti accorti dell’impatto crescente degli smartphone, anche semplicemente guardando per strada la gente che cammina.
Se come sembra l’87% della gente usa lo smartphone mentre cammina per strada ed il 20% mentre guida l’auto (come è accaduto a Roma con l’autista dell’autobus che usava i gomiti perché aveva 2 smartphone in mano), circolare nelle strade diventerà sempre più pericoloso!
Amministratore, Bruce Clay Italia e docente Master IULM

martedì 24 maggio 2011

Nivea spends €1bn to promote 100 years of skincare

 by Sara Kimberley, 20 May 2011, 9:28am
Nivea is launching a €1bn campaign, its biggest to date, to promote 100 years as a skincare brand.
The campaign is Draftfcb's first work for the brand since it won the full global advertising account in November.
It broke across the UK, Australia, Austria, New Zealand, Poland, Switzerland and Italy this week and reaches the Middle East and Asia next week.
The campaign has been created by Mark Fiddes, Draftfcb executive creative director and Jonathan Harries, vice chairman and global chief creative officer. It carries the new strapline, '100 Years of Skincare for Life,’ marking the brand's return to its skincare heritage.
In the UK however the strapline is '100 Years of Feeling Closer', to build on the success of Nivea's 'Feel Closer' proposition.

The TV ads for all markets feature Nivea's iconic cream blue pots.
The creative team who led the campaign included: Luis Dias, Draftfcb Lisbon president; Mark Fiddes, executive creative director of the London agency; and Dagan Cohen, executive creative director in Amsterdam.
Fiddes said: "The campaign includes a single message working through all the channels with a unique visual language. We weren’t looking for models for the campaign but believable people from grandmothers, five year-old, young lovers and teenagers."
Activity will launch across TV, social media, retail activation, print and digital, and will continue the brand's collaboration with pop star Rihanna, who sings 'California King Bed' on the TV ad's soundtrack.
Markus Pinger, Beiersdorf board member, told Campaign there were no plans to appoint a brand ambassador but confirmed a "big push in the UK will target a new generation of Nivea users".
He said: "Not only is this our biggest campaign to date but also our biggest digital campaign with a big presence of Facebook. It's a reincarnation of an old message about skincare portrayed in a contemporary way."
Other campaigns featuring the key body care product lines – Visage, Body and Deodorant – will follow.

giovedì 28 aprile 2011

Community online, 8 modi per rispondere ai commenti negativi

come rispondere ai commenti negativiCome si risponde a un commento negativo in una community online, come ad esempio una pagina aziendale su Facebook o Twitter? Si evita di rispondere, si elimina il commento oppure si controbatte con forza alle critiche? Sono state stilate molte linee guida del “buon social media manager”, ma valutare correttamente la situazione e fornire una risposta adeguata dipende quasi esclusivamente dall’esperienza. Il più delle volte si consiglia di essere “autentico, onesto e trasparente”, ma ogni azienda persegue i propri obiettivi e adotta un differente tono comunicativo, che può variare da impersonale e autorevole a informale e confidenziale.
Su queste differenze, Laurel Papworth ha elaborato un’infografica che sintetizza e individua 8 modi per rispondere ai commenti negativi, mettendo in rilievo rischi e benefici delle differenti strategie.
1. Ignorare i commenti negativi
Non rispondere può far terminare in breve tempo le critiche; inoltre spesso è la stessa community a controbattere ai commenti negativi. Il rischio è che il passaparola negativo si auto-alimenti e che si creino delle vere e proprie anti-community del brand.

2. Chiamare l’avvocato
Questo tipo di risposta può essere utile quando ci sono dei commenti che danneggiano palesemente l’immagine dell’azienda. Può far desistere il commentatore e attivare la community in proprio favore. Tuttavia c’è il rischio di generare dei “martiri”, si attivano anti-community e il messaggio può pericolosamente diffondersi anche su altri canali.

3. Deviare su argomenti positivi
Il “manuale del buon social media menager” consiglia sempre questa strategia: ringraziare per le critiche e ammettere che ce la metteremo tutta per migliorare. Spesso funziona, tuttavia potrebbe scatenare l’effetto “niente è stato fatto” e la community potrebbe sentirsi raggirata.

4. Rimuovi il commento e banna il commentatore
A volte è necessario rimuovere i commenti e bannare persone troppo insistenti, maleducati e spammer. Questa strategia può contribuire a creare i più accaniti osteggiatori del brand che non perderanno occasione per criticare, in qualsiasi luogo e con qualsiasi mezzo.
5. Educare il cliente scontento
Senza controbattere direttamente alla critica mossa, è utile fornire al commentatore ulteriore materiale informativo per costruirsi meglio un’opinione sull’argomento criticato. Il più delle volte il cliente si è solo sbagliato o ha frainteso alcune informazioni. Questo modo di rispondere può essere utile per risolvere tutti i casi simili. Dall’altro lato può invogliare la community a discutere su ogni piccolo cavillo e tutti si aspetteranno spiegazioni dettagliate.

6. Confessare tutto e chiedi perdono
C’è spesso la tentazione di utilizzare questo tipo di strategia comunicativa, soprattutto per i community manager neofiti: i clienti accettano le scuse e la crisi è risolta. Tuttavia questo mostra un segno di debolezza del brand e spesso legittima altri a fare richieste prima rimaste in silenzio.

7. Alzarsi e combattere
Per controbattere con forza ad accuse ingiuste a volte c’è bisogno di alzare la voce. Questa strategia è meglio applicabile  a piccole realtà aziendali per difendere prodotti di nicchia piuttosto che a grandi imprese: c’è il rischio che la propria community non si senta rappresentata e si scateni contro.

8. Umorismo
Rispondere alle critiche con umorismo può essere efficace, ma si deve essere simpatici (e questo non sempre succede) e si deve trasformare la critica in un proprio tratto distintivo. Può accadere però che la community non apprezzi la battuta e si senta raggirata.
[fonte Laurel Papworth]

http://www.wommi.it/2011/04/community-online-8-modi-per-rispondere-ai-commenti-negativi/

martedì 26 aprile 2011

Le nozze reali sempre più digital

Se ne parla ormai da mesi e finalmente siamo quasi giunti alla data di uno degli eventi che si preannuncia essere tra i più visti del secolo. Stiamo parlando del matrimonio più chiacchierato del momento, che vedrà  convolare a nozze William, principe di Galles, e la ‘no blue blood‘ Kate Middleton, che punta a superare i numeri record dell‘unione che 30 anni prima aveva visto protagonisti Carlo d‘Inghilterra e la compianta lady Diana.

Attorno all‘evento è stato allestito infatti un apparato mediatico senza precedenti, che al contrario del passato non farà leva solo sui media tradizionali, ma sfrutterà soprattuto la potenza di Internet e dei dispositivi social e mobile. Nel frattempo, parodie e news sui futuri reali d‘oltremanica crescono a macchia d‘olio e spopolano in Rete, arrivando a generare, come nel video di T-mobile dal titolo ‘The T-Mobile Royal Wedding‘, milioni di click.

La famosa azienda di telefonia mobile è, infatti, riuscita a sfruttare al massimo il successo che hanno ricevuto questi video su YouTube creando un vero e proprio viral, focalizzato sulla simpatia dei sosia della famiglia reale inglese.


Oltre alle divertenti rivisitazione della regale unione, imponenti sono stati i contenuti caduti in rete su una molteplicità di canali.
A partire dall’apertura di un sito Internet ufficiale theOfficialRoyalWedding2011.org, da cui le persone incuriosite dall’evento possono attingere informazioni sempre fresche e interessanti su tutto ciò che riguarda la coppia.

Di certo nell‘epoca social non poteva poi mancare il fondamentale apporto di tutte le nuove community entrate prepotentemente nel vissuto quotidiano. Sfruttando i canali ufficiali della famiglia reale, senza aprirne altri, sulle piattaforme di Mark Zuckerberg e Jack Dorsey si è potuti contare su una base di utenza molto elevata che annovera tra le sue fila i ben  329.307  fan  della British Monarchy da Facebook e i  33.321 followers che seguono i ‘cinguetii‘ reali da Twitter.
Se i gadget promettono di invadere mezzo Commonwealth, tra fantasiose custudie per iPhone e improbabili cover per frigoriferi, di certo non passerà inosservata l‘invasione di mobile app dedicate al royal wedding del 2011.
Ne possiamo contare di tutti i tipi, partendo da quella ufficiale, uscita appena qualche giorno fa,  la Royal Collection Apps, disponibile su iOs e Android.
Racconta gli ultimi due secoli di storia dei matrimoni reali fino al prossimo tra William e Kate. Sono presenti immagini degli abiti, i gioielli indossati dalle royal brides, i regali ricevuti dagli invitati, le torte di nozze e le composizioni floreali.

Ovviamente non poteva mancare anche l‘app dedicata esclusivamente alla storia d‘amore tra gli ormai prossimi sposi.  Royal Wedding Essential Guide darà agli appassionati tutte le informazioni che hanno sempre sognato, da una biografia eccezionalmente dettagliata  del Principe di Galles e della Middleton, fino alla scaletta dettagliata degli eventi nel giorno delle nozze, inclusa la mappa della processione che la coppia dovrà effettuare dopo il fatidico si.
Per chi, invece, fosse interessato alla celebrazione in chiave più ironica, non può certo perdersi  Dress the Royals, grazie alla quale potrà cimentrasi nel vestire la famiglia reale degli Windsor al gran completo.

http://www.mymarketing.net/index.php?art_id=1350&sez_id=5

mercoledì 20 aprile 2011

Il passaparola negativo on-line

Quali sono i casi più clamorosi di passaparola negativo online? In questo post sono stati raccolti i 5 casi che, negli ultimi mesi, hanno suscitato più scalpore in Rete. Cosa se ne deduce? La maggior parte delle volte le negatività nascono dalla gestione superficiale dei community manager.


Patrizia Pepe su Facebook
Per il lancio della nuova collezione, il famoso brand di moda Patrizia Pepe, ha creato una serie di manifesti con modelle dal volto coperto, posizionate in luoghi suggestivi. Le immagini, pubblicate sulla pagina Facebook, hanno suscitato i commenti negativi: per alcuni utenti le modelle troppo magre non favoriscono l’anoressia. La risposta dei community manager di Patrizia Pepe non si è fatta attendere ma, invece di smorzare i toni, hanno alimentato la polemica. I commenti sono stati successivamente cancellati dalla pagina, ma i redattori di ninjamarketing.it sono riusciti a catturare uno screenshot:

[Fonte ninjamarketing]

Ducati su Facebook
Ad alcuni commenti negativi sulle prestazioni di Valentino Rossi e sulla rivalità tra piloti all’interno della scuderia, i community manager della pagina Facebook di Ducati hanno preferito cancellare gli interventi piuttosto che trovare una congrua risposta alle critiche mosse. Questo ha portato ulteriori commenti negativi.

[Fonte womarketing]

Kenneth Cole su Twitter
Perché non scherzare sulle rivolte in Egitto e utilizzare l’ashtag #Cairo su Twitter per promuovere la propria collezione primaverile di abbigliamento? È quello che hanno fatto i community manager di Kenneth Cole, marchio di moda americano, scatenando le ire degli utenti di Twitter che non hanno esitato a criticare pesantemente l’infelice scelta, con 1.500 tweet soltanto nella prima ora.

[fonte ninjamarketing]

BWM e la class action contro Mini su Facebook
Sarebbe interessante capire perché gli attenti community manager di Mini-USA hanno pubblicato sulla propria fan page la raccolta di firme per una class action contro Mini per un presunto difetto al cambio automatico. E alla cascata di messaggi polemici hanno risposto… col silenzio.

[Fonte misurarelacomunicazione]

Pagina Facebook Aiazzone
Dulcis in fundo: con un’azienda in bancarotta, incapace di consegnare prodotti e di pagare gli stipendi dei propri dipendenti, chi è quel social media manager che ha avuto la geniale idea di aprire la pagina Facebook di Aiazzone dove si parla di sconti e promozioni? Per chi vuole capire cosa NON deve fare un community manager basta navigare la pagina Facebook di Aiazzone che, naturalmente, è ancora online. Buon divertimento!




 [Fonte Marketing: the day after]

http://www.wommi.it/2011/04/il-passaparola-negativo-e-colpa-dei-community-manager/

martedì 19 aprile 2011

Shiseido refocuses business model on web marketing





Realising the enormous global marketing potential of the web, cosmetics giant Shiseido has unveiled plans that will see the company strengthening its online presence.

The Japan-based company says that the new model will help with the ‘expansion of contact with new customers’ as well as giving a boost to the ‘revitalization of Shiseido contract stores’.
As part of its strengthened focus on the web, it will also be focusing on an initiative to recreate the business model for stores sales in the domestic market of Japan, which has been hard hit by economic stagnation, and more recently the impact of earthquakes.

Linked web-marketing
The new model will focus on maximizing contact points with new customers through linked web-marketing, while simultaneously maximising the advantages offered by its physical store presence worldwide.
The focus will include the increased marketing initiatives for both cosmetics sales as well as expanding the offerings for its beauty care experiences in its stores and salons worldwide.
As part of this move, the company will launch a new website, entitled Beauty Platform or BPF,targeting health and beauty, which will provide a ‘virtual mall’ that will include multiple Shiseido outlets promoting and selling products for all aspects of the business.

Store navigation and online counseling
The new site will be linked to the company’s main website and as well as conveying information about Shiseido products, it will have built-in functionality such as store navigation and online counseling to help consumers select the right product for their needs.
Ultimately the company believes this strategy will help direct consumers towards its contract stores as well as boosting online sales, a strategy it believes will particularly benefit its domestic market.
Shiseido’s two-pronged initiative aims to strengthen its flagging store sales as well tapping into major grown opportunities in online sales and mail order.

Two-pronged strategy
The company justifies its two-pronged strategy by pointing out that, although online sales are showing huge growth, the nature of cosmetics products and the physical testing that many consumers still feel is necessary, means that an emphasis on physical store presence will continue to be of the utmost importance.
At the in-cosmetics event in Milan last month, a conference presentation by Irina Barbalova of Euromonitor stressed the fact that technology continues to be a driving force behind market growth, much of this phenomenon being attributed to increasing internet sales.
Barbalove also referred to the rise of smart phones and phone apps, which is helping consumers to make more targeted cosmetics purchases – a trend that Shiseido says it is also deriving a significant increase in sales from.
http://www.cosmeticsdesign-europe.com/Market-Trends/Shiseido-refocuses-business-model-on-web-marketing/?c=R9uMaBWfg79oWLPbF7Vqsw%3D%3D&utm_source=newsletter_daily&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter%2BDaily

giovedì 14 aprile 2011

All'asilo con l'iPad

Washington, 14-04-2011
Se n'è occupata perfino la Cnn. Un asilo della cittadina di Auburn, nello Stato del Maine, ha deciso di mettere alcune decine di iPad2 nelle mani dei bambini che frequentano la scuola.

L'esperimento partirà con il prossimo anno scolastico e subito si è aperto il dibattito, on line e sulla stampa americana: bene, ottima idea, un valido aiuto all'apprendimento. O invece la solita scorciatoia tecnologica che avvia anche i bambini più piccoli ad un mondo di esperienze tutte inevitabilmente mediate da 'electronic devices' come tablet, cellulari, pc, touch screen?
Inutile perder tempo, sostengono molti pedagoghi: le ultime generazioni sono nate nell'era digitale, tener fuori gli iPad dalle scuole, o dagli asili, è come chiedere ai ragazzi non accendere la tv a casa. Anzi, proprio le caratteristiche intuitive delle App possono avvicinare anche i più piccoli all'apprendimento. Sarà, obiettano altri, ma questo inevitabilmente toglierà spazi e penalizzerà altre esperienze formative più utili negli asili: dal gioco alla pittura, dal disegno (non sull'iPad!) alle attività creative con materiali naturali.
Ad avere meno dubbi sono proprio le autorità del Maine, che nel 2002 è stato il primo stato Usa a distribuire gratuitamente computer portatili a tutti i suoi studenti delle scuole medie.

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=151894

lunedì 4 aprile 2011

Salesforce Buys Social Media Monitoring Company Radian6 For $326 Million

Cloud computing giant Salesforce.com has acquired social media monitoring company Radian6 for approximately $276 million in cash and $50 million in stock, net of cash. In addition, approximately $10 million in stock and $4 million in cash will be issued to Radian6′s founders (subject to vesting conditions over two years).
Radian6 helps clients like Dell, GE, Kodak and UPS monitor, analyze and engage in ‘hundreds of millions’ of social media conversations. Salesforce argues that the acquisition of the company will enable it to enhance all of its products, including Sales Cloud, Service Cloud, Chatter and Force.com.
Commented Marc Benioff, chairman and CEO of Salesforce:
With Radian6, salesforce.com is gaining the technology and market leader in social media monitoring. We see this as a huge opportunity. Not only will this acquisition accelerate our growth, it will extend the value of all of our offerings.
Founded in 2006, Radian6 helps companies monitor the social web (Facebook, Twitter, blogs, YouTube, forums and so on) in order to provide actionable insights in real-time and thus enable its clients to effectively join conversations with customers and prospects.
The company just made an acquisition of its own, snapping up one of its resellers, 6Consulting, to establish a presence in the UK.
Salesforce expects the transaction to close in its fiscal second quarter ending July 31, 2011, subject to customary closing conditions.

http://techcrunch.com/2011/03/30/salesforce-buys-social-media-monitoring-company-radian6-for-326-million/

domenica 3 aprile 2011

Check in, Snack out! Croccantini gratis con Foursquare. Far conoscere il brand con un budget limitato. Granata Pet

Un cartellone pubblicitario che sfrutta la sinergia con i social network per pubblicizzare un nuovo mangime per cani. Questa l’innovativa idea di Granata Pet, azienda tedesca produttrice di cibo per animali.

Challenge:
Poco budget, tanta resa! Far conoscere il brand impiegando un budget limitato.

Idea:
Ecco come funziona il billboard “interattivo” che si basa sul condizionamento operante (tipo di condizionamento in cui si impara qualcosa perché seguito da un’azione immediata): mentre siete a spasso col vostro cane e vedete il cartellone fate check in su Foursquare e avrete subito una porzione di cibo gratis per il vostro amico a quattro zampe!

Achievement:
Chi ha usufruito del campione gratuito di cibo per il proprio cane tramite i cartelloni si è poi rivolto ai negozi per comprare confezioni di Granata Pet.
Ma come ottenere ancora più visibilità? Gli ideatori allora hanno pensato al rimbalzo dell’iniziativa anche su Facebook.

Guardate qui il video esplicativo.

http://www.ninjamarketing.it/2011/03/30/check-in-snack-out-croccantini-gratis-con-foursquare/

mercoledì 30 marzo 2011

Shorty Awards, gli Oscar di Twitter

E' una festa internazionale con una presenza ancora prevalentemente americana, ma c'era anche l'astronauta italiano Paolo Nespoli alla terza edizione degli Shorty Awards, gli "Oscar di Twitter", consegnati ieri sera al Times Center di New York.
I premi per il miglior uso dei 140 caratteri a disposizione nel social network hanno richiamato nel palazzo di Times Square personaggi dello spettacolo e dell'informazione.
 

Tra le celebrità, ha vinto il coreano Kim Jae Joong. Il premio in campo musicale è andato ai Jonas Brothers, che si sono lasciati alle spalle il seguitissimo Justin Bieber, arrivato soltanto terzo. Quello per il miglior attore è andato a Neil Patrick Harris, protagonista di un telefilm americano di culto come "How I met your mother" (in onda anche in Italia con il titolo "E adesso arriva mamma"). E proprio il suo personaggio, Barney Stinson, è stato premiato nella categoria Intrattenimento.

Molte aziende sono riuscite a mettersi in luce sul social network in questi anni, e non solo nel campo delle nuove tecnologie: il servizio assistenza del Blackberry è stato premiato per la sua disponibilità e Gillette per il miglior gioco online.

Il mondo virtuale dei tweet si riflette, in un gioco di rimandi, su Facebook e Foursquare (il social network che permette di comunicare in tempo reale il luogo in cui ci si trova), e la location dell'anno non poteva che essere quella del festival "South by southwest" che si è concluso nei giorni scorsi in Texas con un'enorme affluenza di pubblico.

Infine, fuori dai Shorty, è di oggi il nuovo record su Twitter per Lady Gaga: la cantautrice americana, che su You Tube ha già superato un miliardo di clic, ha raggiunto quota 9 milioni di seguaci su Twitter, conquistando la vetta delle celebrità più seguite al mondo. Un successo che ha scalzato dal podio l’idolo delle teenager Justin Bibier, relegato in seconda posizione.  

martedì 29 marzo 2011

Groupon Now: offerte ovunque, ad ogni ora


Dopo aver conquistato la posizione di leader nel mercato degli acquisti di massa, Groupon vuole aprire una nuova frontiera lanciando un nuovo progetto fortemente legato al mondo mobile. Trattasi di un’applicazione, denominata Groupon Now, che permette di cercare l’offerta più adatta alle proprie esigenze, ovunque ci si trovi, a qualunque ora del giorno.
Aprendo Groupon Now ci si trova di fronte alla possibilità di scegliere tra due voci: “ho fame” e “mi annoio” rappresentano i canali di accesso alle offerte gastronomiche e per l’intrattenimento di Groupon. A variare rispetto al servizio già offerto dal portale è la modalità con cui le offerte vengono somministrate agli utenti da parte dei negozianti: ciascuno di questi, infatti, può decidere quale offerta far comparire in un determinato periodo della giornata, seguendo quelle che sono le proprie esigenze.
Nel corso del giorno si alternano dunque offerte di vario tipo, che possono inoltre variare da luogo a luogo. A trarre vantaggio da tale nuovo paradigma sono sia gli utenti, che possono accedere a servizi e prodotti usufruendo di ingenti sconti grazie a Groupon ovunque si trovino senza dover attendere la ricezione del tradizionale coupon al termine dell’offerta, sia i negozianti, che in questo modo possono incrementare gli affari nei periodi di maggiore inattività nel corso della settimana. Una cena ad un prezzo particolarmente conveniente a metà settimana, ad esempio, potrà rivelarsi un affare per gli utenti, che potranno approfittare dello sconto, e per i ristoratori, che potranno riempire il proprio locale nei giorni di minore affluenza.
Con Groupon Now il negoziante acquista anche maggiore controllo sulle proprie offerte, potendo giostrarle a proprio piacimento nel corso delle ore o dei giorni (e potendo agire con una sorta di servizio pubblicitario di nuova concezione). Grazie al nuovo progetto non è più l’utente che deve andare alla ricerca delle offerte più convenienti nella propria zona, ma sono quest’ultime che si propongono ai potenziali acquirenti sulla base delle necessità e della posizione geografica di quest’ultimo. Dopo aver imposto il proprio verbo nel settore, Groupon vuole dunque rivoluzionarlo aprendo nuove frontiere e dando spazio a nuove possibilità di fare acquisti sul Web.

lunedì 28 marzo 2011

Google Music è quasi pronto per il debutto

Google ha iniziato i test interni di Google Music e i contatti con le principali aziende discografiche sarebbero in corso per raggiungere un accordo sulle licenze. Questo rappresenta un segnale che indica il lancio del servizio di streaming musicale entro breve tempo, probabilmente entro il mese di maggio. Una conferma arriva anche da un utente del forum XDA Developers che ha casualmente scoperto tracce di Google Music all’interno di Honeycomb, la terza release del sistema operativo Android dedicata ai tablet.
Le prime informazioni relative al servizio risalgono all’anno scorso, quando si ipotizzava una presentazione entro la fine del 2010, ma tutto è stato rimandato. Un’altra possibile scadenza poteva essere la conferenza SXSW 2011 di questo mese, ma nemmeno in questo caso Google è riuscita ad effettuare in tempo una dimostrazione. Secondo le recenti indiscrezioni, sono già a buon punto le negoziazioni con le principali major discografiche, le cosiddette Big Four (Universal Music, Sony BMG Music, EMI e Warner Music). Il ritardo sembra da addebitarsi principalmente alla complessità del servizio. Google infatti vuole realizzare quello che viene definito un “media locker” basato sul cloud computing, ovvero un sistema di backup remoto in cui gli utenti possono memorizzare non solo i brani musicali acquistati, ma anche tutte le proprie collezioni musicali.
Il progetto di Google ricorda molto il servizio che Apple dovrebbe annunciare presto e che si basa sulla fusione di iTunes con MobileMe (sfruttando l’acquisizione chiave di LaLa). Il problema che l’azienda di Mountain View potrebbe incontrare riguarda gli accordi di licenza con le major discografiche, per le quali un “digital locker” come Google Music rappresenta un territorio inesplorato ma al tempo stesso tremendamente interessante.
Non esistono ancora modelli commerciali relativi alla cloud music, per cui le etichette si muovono con cautela e l’entrata in funzione del servizio potrebbe essere rallentata. La case discografiche tenteranno i tutti i modi di ottenere margini elevati, con tariffe che potrebbero però essere incrementate se Google deciderà di consentire agli utenti di ascoltare le canzoni già in loro possesso o di effettuare lo streaming dello stesso brano su diversi dispositivi Android.
In ogni caso, l’industria musicale aspetta con ansia l’ingresso di Google. La concorrenza con Apple gioverà sicuramente alle casse delle major discografiche, creando maggior concorrenzialità e maggior possibilità d’offerta (Imeem, Lala, SpiralFrog, Ruckus, Project Playlist, MySpace Music e Zune spingono per avere un ruolo più incisivo).
Fonte: CNET

http://www.webnews.it/2011/03/28/google-music-e-quasi-pronto-per-il-debutto/

domenica 27 marzo 2011

Le differenze tra passaparola online e offline - INTERESSANTE!!!

Monitorare le conversazioni sui social media è fondamentale per la buona riuscita delle PR e delle strategie di comunicazione di un’azienda. Chi risponde velocemente e in modo pertinente online sta ottenendo un vantaggio reale sui propri competitor.
Le discussioni sui social media sono autentiche, misurabili in tempo reale e sono un patrimonio inestimabile per ricerche e analisi del testo. Tuttavia, più del 90% del passaparola avviene offline, nella vita reale. Le conversazioni sui social media possono essere un campione rappresentativo di ciò che avviene offline? Per un’azienda è sufficiente ascoltare soltanto i propri clienti online? La risposta, piuttosto scontata, è no.
Primo problema: chi parla sui social media. Il numero degli iscritti a Facebook e Twitter è senza precedenti, tuttavia i dati di Forrester mostrano che la maggior parte delle conversazioni intorno a un brand sui social network (80%) sono generate da un gruppo ristretto di persone (6%). La voce che ascoltiamo sui social media non è quella delle masse, ma quella di un numero ristretto di persone che parla con regolarità.
Inoltre gli argomenti discussi online differiscono in maniera abbastanza netta da quelli chiacchierati nella vita reale. In Rete l’attenzione si concentra su pochi settori merceologici: media e intrattenimento, automotive e tecnologia. Le conversazioni faccia a faccia sono invece molto più varie e toccano tutte le categorie di prodotto.
Per comprendere meglio queste differenze, Keller Fay Group, società americana di consulenza e ricerca sul passaparola, ha comparato la propria classifica sui “brand più chiacchierati del 2010” (somma delle conversazioni offline e online) con i “brand più sociali del 2010” – classifica stilata da Vitrue, agenzia americana di consulenza sui social media.

I punti chiave dell’analisi sono 3:
  1. Solo 3 brand – Sony, Apple e Coca-Cola – raggiungono contemporaneamente la top 10 in entrambe le classifiche.
  2. Solo 6 brand – i tre menzionati prima più Samsung, Ford e iPod – raggiungono contemporaneamente la top 20 in entrambe le classifiche.
  3. I 10 brand più sociali del 2010 si posizionano in media all’81° posto nella classifica dei “brand più chiacchierati del 2010”. La discrepanza maggiore è per Android, al quarto posto nella classifica dei brand sociali e solo al 397° posto nella lista dei brand più chiacchierati di Keller Fay Group.
[fonte Keller Fay Group]


mercoledì 23 marzo 2011

New York Times on-line a pagamento?

Dopo The Daily, è in arrivo (per settimana prossima) un altro illustre tentativo nel campo dell’editoria online a pagamento, quello del New York Times.
Non è però corretto accostare i 2 casi in quanto The Daily è un giornale nato nel 2011, principalmente per i tablet (anzi per UN tablet, l’iPad) e partorito con l’idea di essere sin da subito a pagamento. Il New York Times è invece un giornale cartaceo, nato 160 anni fa (il 18 Settembre 1851) e del quale esiste una versione web, gratuita, dal “lontano” 1995.

I prezzi
A partire dal 28 Marzo il NYT alzerà il suo paywall, con 3 differenti prezzi:
• 15 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per smartphone
• 20 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per tablet
• 35 dollari ogni 4 settimane per la somma delle 2 opzioni
Curioso notare che si parla di 4 settimane invece che di 1 mese (chissà poi perché…), ma ancora più curioso (anzi direi fastidioso) il fatto che smartphone e tablet abbiano tariffe diverse (a mio parere giustificabili solo nel caso di edizioni diverse fra loro). Non brilla infine di acume l’idea del canone da 35 dollari: se leggo il tuo giornale al mattino (in metropolitana, via smartphone) e alla sera (sul divano, via tablet), almeno fammi un piccolo sconto, e non sommare semplicemente le 2 tariffe smartphone+tablet…

L’accesso gratuito 
Per fortuna rimane una bella opzione a disposizione dei lettori saltuari. Chiunque avrà infatti accesso al NYT per un massimo di 20 articoli al mese, cosa che mi ha fatto immediatamente pensare ad un paywall “a metà” atto a salvaguardare la grossa mole di traffico che il giornale riceve, inevitabilmente, dai motori di ricerca (e che non riceverebbe più nel caso di un accesso completamente chiuso da una login e una password). Ma c’è dell’altro: se sei un po’ smanettone, bastano poche linee di codice per scavalcare il muro e non pagare nulla…

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http://www.facebook.com/notes/davide-tagliaerbe-pozzi/il-new-york-times-diventa-a-pagamento-ma-volendo-no/10150182721198665

lunedì 21 marzo 2011

TWITTER COMPIE 5 ANNI

tante curiosità: dal record di twit a Capodanno (in Giappone) a Charlie Sheen che in 25 ore supera il milione di follower, passando per gli ultimi avvenimenti del Nord Africa in cui è stato utilizzato come canale per organizzare i movimenti di protesta

http://daily.wired.it/news/internet/compleanno-twitter.html#content

giovedì 17 marzo 2011

Terranova su FB - Più ti piace meno costa

In occasione del lancio dello store on-linedel brand, Terranova porta il social shopping ad un livello avanzato. Ogni giorno, sulla bacheca della fanpage Terranova, viene condiviso un outfit. Ogni volta che un fan clicca su “mi piace”, il prezzo degli items viene ribassato di 5 centesimi. E il bello è che il prezzo di un capo può arrivare anche a 0,00 (sì, zero) euro!

http://www.ninjamarketing.it/2011/03/15/piu-ti-piace-meno-costa-terranova-lancia-lecommerce-su-facebook-viral/