Google ha iniziato i test interni di Google Music e i contatti con le principali aziende discografiche sarebbero in corso per raggiungere un accordo sulle licenze. Questo rappresenta un segnale che indica il lancio del servizio di streaming musicale entro breve tempo, probabilmente entro il mese di maggio. Una conferma arriva anche da un utente del forum XDA Developers che ha casualmente scoperto tracce di Google Music all’interno di Honeycomb, la terza release del sistema operativo Android dedicata ai tablet.
Le prime informazioni relative al servizio risalgono all’anno scorso, quando si ipotizzava una presentazione entro la fine del 2010, ma tutto è stato rimandato. Un’altra possibile scadenza poteva essere la conferenza SXSW 2011 di questo mese, ma nemmeno in questo caso Google è riuscita ad effettuare in tempo una dimostrazione. Secondo le recenti indiscrezioni, sono già a buon punto le negoziazioni con le principali major discografiche, le cosiddette Big Four (Universal Music, Sony BMG Music, EMI e Warner Music). Il ritardo sembra da addebitarsi principalmente alla complessità del servizio. Google infatti vuole realizzare quello che viene definito un “media locker” basato sul cloud computing, ovvero un sistema di backup remoto in cui gli utenti possono memorizzare non solo i brani musicali acquistati, ma anche tutte le proprie collezioni musicali.
Il progetto di Google ricorda molto il servizio che Apple dovrebbe annunciare presto e che si basa sulla fusione di iTunes con MobileMe (sfruttando l’acquisizione chiave di LaLa). Il problema che l’azienda di Mountain View potrebbe incontrare riguarda gli accordi di licenza con le major discografiche, per le quali un “digital locker” come Google Music rappresenta un territorio inesplorato ma al tempo stesso tremendamente interessante.
Non esistono ancora modelli commerciali relativi alla cloud music, per cui le etichette si muovono con cautela e l’entrata in funzione del servizio potrebbe essere rallentata. La case discografiche tenteranno i tutti i modi di ottenere margini elevati, con tariffe che potrebbero però essere incrementate se Google deciderà di consentire agli utenti di ascoltare le canzoni già in loro possesso o di effettuare lo streaming dello stesso brano su diversi dispositivi Android.
In ogni caso, l’industria musicale aspetta con ansia l’ingresso di Google. La concorrenza con Apple gioverà sicuramente alle casse delle major discografiche, creando maggior concorrenzialità e maggior possibilità d’offerta (Imeem, Lala, SpiralFrog, Ruckus, Project Playlist, MySpace Music e Zune spingono per avere un ruolo più incisivo).
Fonte: CNETLe prime informazioni relative al servizio risalgono all’anno scorso, quando si ipotizzava una presentazione entro la fine del 2010, ma tutto è stato rimandato. Un’altra possibile scadenza poteva essere la conferenza SXSW 2011 di questo mese, ma nemmeno in questo caso Google è riuscita ad effettuare in tempo una dimostrazione. Secondo le recenti indiscrezioni, sono già a buon punto le negoziazioni con le principali major discografiche, le cosiddette Big Four (Universal Music, Sony BMG Music, EMI e Warner Music). Il ritardo sembra da addebitarsi principalmente alla complessità del servizio. Google infatti vuole realizzare quello che viene definito un “media locker” basato sul cloud computing, ovvero un sistema di backup remoto in cui gli utenti possono memorizzare non solo i brani musicali acquistati, ma anche tutte le proprie collezioni musicali.
Il progetto di Google ricorda molto il servizio che Apple dovrebbe annunciare presto e che si basa sulla fusione di iTunes con MobileMe (sfruttando l’acquisizione chiave di LaLa). Il problema che l’azienda di Mountain View potrebbe incontrare riguarda gli accordi di licenza con le major discografiche, per le quali un “digital locker” come Google Music rappresenta un territorio inesplorato ma al tempo stesso tremendamente interessante.
Non esistono ancora modelli commerciali relativi alla cloud music, per cui le etichette si muovono con cautela e l’entrata in funzione del servizio potrebbe essere rallentata. La case discografiche tenteranno i tutti i modi di ottenere margini elevati, con tariffe che potrebbero però essere incrementate se Google deciderà di consentire agli utenti di ascoltare le canzoni già in loro possesso o di effettuare lo streaming dello stesso brano su diversi dispositivi Android.
In ogni caso, l’industria musicale aspetta con ansia l’ingresso di Google. La concorrenza con Apple gioverà sicuramente alle casse delle major discografiche, creando maggior concorrenzialità e maggior possibilità d’offerta (Imeem, Lala, SpiralFrog, Ruckus, Project Playlist, MySpace Music e Zune spingono per avere un ruolo più incisivo).
http://www.webnews.it/2011/03/28/google-music-e-quasi-pronto-per-il-debutto/
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