mercoledì 30 marzo 2011

Shorty Awards, gli Oscar di Twitter

E' una festa internazionale con una presenza ancora prevalentemente americana, ma c'era anche l'astronauta italiano Paolo Nespoli alla terza edizione degli Shorty Awards, gli "Oscar di Twitter", consegnati ieri sera al Times Center di New York.
I premi per il miglior uso dei 140 caratteri a disposizione nel social network hanno richiamato nel palazzo di Times Square personaggi dello spettacolo e dell'informazione.
 

Tra le celebrità, ha vinto il coreano Kim Jae Joong. Il premio in campo musicale è andato ai Jonas Brothers, che si sono lasciati alle spalle il seguitissimo Justin Bieber, arrivato soltanto terzo. Quello per il miglior attore è andato a Neil Patrick Harris, protagonista di un telefilm americano di culto come "How I met your mother" (in onda anche in Italia con il titolo "E adesso arriva mamma"). E proprio il suo personaggio, Barney Stinson, è stato premiato nella categoria Intrattenimento.

Molte aziende sono riuscite a mettersi in luce sul social network in questi anni, e non solo nel campo delle nuove tecnologie: il servizio assistenza del Blackberry è stato premiato per la sua disponibilità e Gillette per il miglior gioco online.

Il mondo virtuale dei tweet si riflette, in un gioco di rimandi, su Facebook e Foursquare (il social network che permette di comunicare in tempo reale il luogo in cui ci si trova), e la location dell'anno non poteva che essere quella del festival "South by southwest" che si è concluso nei giorni scorsi in Texas con un'enorme affluenza di pubblico.

Infine, fuori dai Shorty, è di oggi il nuovo record su Twitter per Lady Gaga: la cantautrice americana, che su You Tube ha già superato un miliardo di clic, ha raggiunto quota 9 milioni di seguaci su Twitter, conquistando la vetta delle celebrità più seguite al mondo. Un successo che ha scalzato dal podio l’idolo delle teenager Justin Bibier, relegato in seconda posizione.  

martedì 29 marzo 2011

Groupon Now: offerte ovunque, ad ogni ora


Dopo aver conquistato la posizione di leader nel mercato degli acquisti di massa, Groupon vuole aprire una nuova frontiera lanciando un nuovo progetto fortemente legato al mondo mobile. Trattasi di un’applicazione, denominata Groupon Now, che permette di cercare l’offerta più adatta alle proprie esigenze, ovunque ci si trovi, a qualunque ora del giorno.
Aprendo Groupon Now ci si trova di fronte alla possibilità di scegliere tra due voci: “ho fame” e “mi annoio” rappresentano i canali di accesso alle offerte gastronomiche e per l’intrattenimento di Groupon. A variare rispetto al servizio già offerto dal portale è la modalità con cui le offerte vengono somministrate agli utenti da parte dei negozianti: ciascuno di questi, infatti, può decidere quale offerta far comparire in un determinato periodo della giornata, seguendo quelle che sono le proprie esigenze.
Nel corso del giorno si alternano dunque offerte di vario tipo, che possono inoltre variare da luogo a luogo. A trarre vantaggio da tale nuovo paradigma sono sia gli utenti, che possono accedere a servizi e prodotti usufruendo di ingenti sconti grazie a Groupon ovunque si trovino senza dover attendere la ricezione del tradizionale coupon al termine dell’offerta, sia i negozianti, che in questo modo possono incrementare gli affari nei periodi di maggiore inattività nel corso della settimana. Una cena ad un prezzo particolarmente conveniente a metà settimana, ad esempio, potrà rivelarsi un affare per gli utenti, che potranno approfittare dello sconto, e per i ristoratori, che potranno riempire il proprio locale nei giorni di minore affluenza.
Con Groupon Now il negoziante acquista anche maggiore controllo sulle proprie offerte, potendo giostrarle a proprio piacimento nel corso delle ore o dei giorni (e potendo agire con una sorta di servizio pubblicitario di nuova concezione). Grazie al nuovo progetto non è più l’utente che deve andare alla ricerca delle offerte più convenienti nella propria zona, ma sono quest’ultime che si propongono ai potenziali acquirenti sulla base delle necessità e della posizione geografica di quest’ultimo. Dopo aver imposto il proprio verbo nel settore, Groupon vuole dunque rivoluzionarlo aprendo nuove frontiere e dando spazio a nuove possibilità di fare acquisti sul Web.

lunedì 28 marzo 2011

Google Music è quasi pronto per il debutto

Google ha iniziato i test interni di Google Music e i contatti con le principali aziende discografiche sarebbero in corso per raggiungere un accordo sulle licenze. Questo rappresenta un segnale che indica il lancio del servizio di streaming musicale entro breve tempo, probabilmente entro il mese di maggio. Una conferma arriva anche da un utente del forum XDA Developers che ha casualmente scoperto tracce di Google Music all’interno di Honeycomb, la terza release del sistema operativo Android dedicata ai tablet.
Le prime informazioni relative al servizio risalgono all’anno scorso, quando si ipotizzava una presentazione entro la fine del 2010, ma tutto è stato rimandato. Un’altra possibile scadenza poteva essere la conferenza SXSW 2011 di questo mese, ma nemmeno in questo caso Google è riuscita ad effettuare in tempo una dimostrazione. Secondo le recenti indiscrezioni, sono già a buon punto le negoziazioni con le principali major discografiche, le cosiddette Big Four (Universal Music, Sony BMG Music, EMI e Warner Music). Il ritardo sembra da addebitarsi principalmente alla complessità del servizio. Google infatti vuole realizzare quello che viene definito un “media locker” basato sul cloud computing, ovvero un sistema di backup remoto in cui gli utenti possono memorizzare non solo i brani musicali acquistati, ma anche tutte le proprie collezioni musicali.
Il progetto di Google ricorda molto il servizio che Apple dovrebbe annunciare presto e che si basa sulla fusione di iTunes con MobileMe (sfruttando l’acquisizione chiave di LaLa). Il problema che l’azienda di Mountain View potrebbe incontrare riguarda gli accordi di licenza con le major discografiche, per le quali un “digital locker” come Google Music rappresenta un territorio inesplorato ma al tempo stesso tremendamente interessante.
Non esistono ancora modelli commerciali relativi alla cloud music, per cui le etichette si muovono con cautela e l’entrata in funzione del servizio potrebbe essere rallentata. La case discografiche tenteranno i tutti i modi di ottenere margini elevati, con tariffe che potrebbero però essere incrementate se Google deciderà di consentire agli utenti di ascoltare le canzoni già in loro possesso o di effettuare lo streaming dello stesso brano su diversi dispositivi Android.
In ogni caso, l’industria musicale aspetta con ansia l’ingresso di Google. La concorrenza con Apple gioverà sicuramente alle casse delle major discografiche, creando maggior concorrenzialità e maggior possibilità d’offerta (Imeem, Lala, SpiralFrog, Ruckus, Project Playlist, MySpace Music e Zune spingono per avere un ruolo più incisivo).
Fonte: CNET

http://www.webnews.it/2011/03/28/google-music-e-quasi-pronto-per-il-debutto/

domenica 27 marzo 2011

Le differenze tra passaparola online e offline - INTERESSANTE!!!

Monitorare le conversazioni sui social media è fondamentale per la buona riuscita delle PR e delle strategie di comunicazione di un’azienda. Chi risponde velocemente e in modo pertinente online sta ottenendo un vantaggio reale sui propri competitor.
Le discussioni sui social media sono autentiche, misurabili in tempo reale e sono un patrimonio inestimabile per ricerche e analisi del testo. Tuttavia, più del 90% del passaparola avviene offline, nella vita reale. Le conversazioni sui social media possono essere un campione rappresentativo di ciò che avviene offline? Per un’azienda è sufficiente ascoltare soltanto i propri clienti online? La risposta, piuttosto scontata, è no.
Primo problema: chi parla sui social media. Il numero degli iscritti a Facebook e Twitter è senza precedenti, tuttavia i dati di Forrester mostrano che la maggior parte delle conversazioni intorno a un brand sui social network (80%) sono generate da un gruppo ristretto di persone (6%). La voce che ascoltiamo sui social media non è quella delle masse, ma quella di un numero ristretto di persone che parla con regolarità.
Inoltre gli argomenti discussi online differiscono in maniera abbastanza netta da quelli chiacchierati nella vita reale. In Rete l’attenzione si concentra su pochi settori merceologici: media e intrattenimento, automotive e tecnologia. Le conversazioni faccia a faccia sono invece molto più varie e toccano tutte le categorie di prodotto.
Per comprendere meglio queste differenze, Keller Fay Group, società americana di consulenza e ricerca sul passaparola, ha comparato la propria classifica sui “brand più chiacchierati del 2010” (somma delle conversazioni offline e online) con i “brand più sociali del 2010” – classifica stilata da Vitrue, agenzia americana di consulenza sui social media.

I punti chiave dell’analisi sono 3:
  1. Solo 3 brand – Sony, Apple e Coca-Cola – raggiungono contemporaneamente la top 10 in entrambe le classifiche.
  2. Solo 6 brand – i tre menzionati prima più Samsung, Ford e iPod – raggiungono contemporaneamente la top 20 in entrambe le classifiche.
  3. I 10 brand più sociali del 2010 si posizionano in media all’81° posto nella classifica dei “brand più chiacchierati del 2010”. La discrepanza maggiore è per Android, al quarto posto nella classifica dei brand sociali e solo al 397° posto nella lista dei brand più chiacchierati di Keller Fay Group.
[fonte Keller Fay Group]


mercoledì 23 marzo 2011

New York Times on-line a pagamento?

Dopo The Daily, è in arrivo (per settimana prossima) un altro illustre tentativo nel campo dell’editoria online a pagamento, quello del New York Times.
Non è però corretto accostare i 2 casi in quanto The Daily è un giornale nato nel 2011, principalmente per i tablet (anzi per UN tablet, l’iPad) e partorito con l’idea di essere sin da subito a pagamento. Il New York Times è invece un giornale cartaceo, nato 160 anni fa (il 18 Settembre 1851) e del quale esiste una versione web, gratuita, dal “lontano” 1995.

I prezzi
A partire dal 28 Marzo il NYT alzerà il suo paywall, con 3 differenti prezzi:
• 15 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per smartphone
• 20 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per tablet
• 35 dollari ogni 4 settimane per la somma delle 2 opzioni
Curioso notare che si parla di 4 settimane invece che di 1 mese (chissà poi perché…), ma ancora più curioso (anzi direi fastidioso) il fatto che smartphone e tablet abbiano tariffe diverse (a mio parere giustificabili solo nel caso di edizioni diverse fra loro). Non brilla infine di acume l’idea del canone da 35 dollari: se leggo il tuo giornale al mattino (in metropolitana, via smartphone) e alla sera (sul divano, via tablet), almeno fammi un piccolo sconto, e non sommare semplicemente le 2 tariffe smartphone+tablet…

L’accesso gratuito 
Per fortuna rimane una bella opzione a disposizione dei lettori saltuari. Chiunque avrà infatti accesso al NYT per un massimo di 20 articoli al mese, cosa che mi ha fatto immediatamente pensare ad un paywall “a metà” atto a salvaguardare la grossa mole di traffico che il giornale riceve, inevitabilmente, dai motori di ricerca (e che non riceverebbe più nel caso di un accesso completamente chiuso da una login e una password). Ma c’è dell’altro: se sei un po’ smanettone, bastano poche linee di codice per scavalcare il muro e non pagare nulla…

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http://www.facebook.com/notes/davide-tagliaerbe-pozzi/il-new-york-times-diventa-a-pagamento-ma-volendo-no/10150182721198665

lunedì 21 marzo 2011

TWITTER COMPIE 5 ANNI

tante curiosità: dal record di twit a Capodanno (in Giappone) a Charlie Sheen che in 25 ore supera il milione di follower, passando per gli ultimi avvenimenti del Nord Africa in cui è stato utilizzato come canale per organizzare i movimenti di protesta

http://daily.wired.it/news/internet/compleanno-twitter.html#content

giovedì 17 marzo 2011

Terranova su FB - Più ti piace meno costa

In occasione del lancio dello store on-linedel brand, Terranova porta il social shopping ad un livello avanzato. Ogni giorno, sulla bacheca della fanpage Terranova, viene condiviso un outfit. Ogni volta che un fan clicca su “mi piace”, il prezzo degli items viene ribassato di 5 centesimi. E il bello è che il prezzo di un capo può arrivare anche a 0,00 (sì, zero) euro!

http://www.ninjamarketing.it/2011/03/15/piu-ti-piace-meno-costa-terranova-lancia-lecommerce-su-facebook-viral/